Il doppio volto del potere - Visione 17/2024
carne, lingua e cuore di suino, sale, salsa di peperoncino, pepe nero, vino, aglio
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Le élite globaliste sanno come sfruttare l’arma del terrorismo sintetico per ottenere i risultati desiderati. La strategia della tensione e il ricorso alla violenza politica rappresentano un elemento costitutivo di un metodo di governo violento che è alla base dei tanti e sanguinosi “misteri irrisolti” che hanno costellato la nostra storia recente. Mafiosi, brigatisti e terroristi di ogni risma e colore sembrano, infatti, muoversi sempre dentro il recinto precostituito dall’alto dai soliti burattinai, bravissimi nello strumentalizzare movimenti nati autentici da eterodirigere o nel costruire all’occorrenza di sana pianta gruppi “rivoluzionari”.
Il ricorso alla violenza politica serve stabilizzare il potere esistente, grazie alla sapiente costruzione del nemico esterno, o a ricattare e a “rimettere in riga” singoli governi o uomini politici riluttanti a seguire gli ordini provenienti da Londra, Washington, Francoforte o Bruxelles.
Se negli anni ’70 il tentativo di scardinare l’ordine di Yalta costò la vita ad Aldo Moro, oggi chi prova a ribaltare l’ordine mondiale impostosi all’indomani della caduta del Muro di Berlino rischia di morire in un attentato, come dimostrano i casi di Donald Trump e del premier slovacco Robert Fico.
Questo numero di Visione. Il doppio volto del Potere ripercorre la storia della strategia della tensione, di Gladio, degli anni di piombo, fino all’epoca stragista della Trattativa Stato-Mafia, in modo da analizzare un sistema liberticida utilizzato dai globalisti per spaventare la masse e governare col terrore.
Hanno partecipato a questa edizione:
Pino Arlacchi, Alessandro Bartoloni, Francesco Carraro, Antonia Condemi, Luca DʼAuria, Antonio Ingroia, Alfio Krancic, Germana Leoni, Stefano Orsi, Enzo Pennetta, Enrica Perucchietti, Marco Rizzo, Bruno Scapini, Luigi Tedeschi.